domenica 22 settembre 2019

Santa Maria del Cedro













Posizionata in collina Santa Maria del Cedro ha origini più moderne rispetto all'antica frazione di Marcellina, erede della città di Laos.
L'odierna Santa Maria del Cedro fu fondata nel XVII sec. dalla comunità di Abatemarco a seguito di un alluvione che distrusse il borgo. L'antico nucleo costituito dal Casale, un piccolo gruppo di case, appartenne al feudo dei Brancati di Napoli insieme alle località di Orsomarso, Grisolia e Marcellina fino all'unità d'Italia con il nome di Cipollina, che significa luogo al di qua della città del Pollino.
I campi sono coltivati a vite, ulivi e agrumi, in particolare gli abitanti del luogo si dedicano  alla coltura del cedro, in quanto il clima mediterraneo ne ha favorito la produzione con varietà molto pregiate e conosciute in tutto il mondo.
Di sicuro interesse i resti dell'abitato alto-medioevale con i ruderi dell'imponente castello Abatemarco; l'acquedotto normanno; la chiesetta di Sant'Andrea situata all'entrata della cittadina, i ruderi risalgono a una struttura basiliana o bizantina come attestano gli affreschi al suo interno; la chiesa Nostra Signora del Cedro; la chiesa dello Spirito Santo, situata nel centro storico, costruita negli anni '50 dal popolo. Dal 2014 custodisce una reliquia di San Giovanni Paolo II; la torre normanna; il Carcere delle Imprese.
Recentemente nel centro storico è stato girato un docu-film dove si racconta la storia della cittadina.

Santa Maria del Cedro CS torre Nocito

Le torri normanne

Sul territorio santamariota sono presenti i ruderi di tre torri di avvistamento: Torre Longa, Torre Nocito e Torre Sant'Andrea, in passato collegate tra di loro per scampare ai pericoli delle invasioni nemiche del periodo.
In località La Bruca esisteva un'altra torre, diversa dalle precedenti e costruita nel XVI sec. dal volere di Carlo V; con le altre torri costiere costituiva il sistema difensivo e di comunicazione lungo la costa del Regno di Napoli. Purtroppo, negli anni '60, questa torre è stata adattata a civile abitazione, privandola di tutta la bellezza e il  fascino di un'epoca antica.


Torre Nocito


Carcere delle Imprese

In località Impresa troviamo il Palazzo Gabriele Marino, una costruzione medioevale dedicata all'omonimo architetto che ne ha curato i lavori di restauro, i quali hanno subito un rallentamento per il ritrovamento di frammenti di ceramiche di epoca ellenistica e romana.
Il Palazzo nel XVI sec. era denominato "l'Impresa della Marchesa" o "Impresa Vecchia", dove si coltivava e produceva la cannamela dalla quale si estraeva lo zucchero. Il nome Carcere dell'Impresa risale ad epoche più recenti, dove contadini e detenuti erano obbligati a coltivare e produrre olio e vino.
Oggi è sede del Museo del Cedro, dell'Accademia Internazionale del Cedro fondata da Francesco Galiano nel 1999 per diffondere e promuovere la cultura e la storia del cedro nel mondo e del Museo de Re Rustica dedicato alle tradizioni contadine e alla cultura calabrese.






Castello San Michele Santa Maria del Cedro CS Castello Abatemarco

Castello Abatemarco

Meglio conosciuto come castello di San Michele, in quanto il nome deriverebbe dall'Abazia omonima; il feudo dell' Abatemarco nato intorno al castello fece sorgere la cittadina di Santa Maria del Cedro.
La rocca fu conquistata dai Normanni nel 1060 e con l'arrivo dei monaci Basiliani sorse l'Abazia, sede del loro ordine che passato dal Monachesimo Basiliano a Monachesimo Benedettino, diventò un importante collegamento con l'Abazia di Montecassino.
Il feudo includeva le Torri di guardia La Bruca, la Torre di Sant'Andrea e dell'Impresa per contrastare le invasioni nemiche.
Sede delle grandi famiglie del tempo, tra queste Arturo Pappacoda siniscalco di re Ladislao, al quale si deve la statua di legno d'ulivo di San Michele trovata nella chiesetta del castello, e proprio per questo motivo venne chiamato dagli abitanti Castello di San Michele.
All'inizio del XIX sec., periodo della guerra d'insurrezione calabrese, il castello fu bombardato dai francesi distruggendolo in gran parte, i superstiti fondarono nella zona più alta un altro borgo: l'attuale Santa Maria del Cedro.

Castello San Michele


fonte: archeo calabria, comune santa maria del cedro

domenica 21 aprile 2019

Grìsulia e le pepite d'oro





Un'antica leggenda racconta di qualche viandante che si avventurava, pieno di speranza nella zona di Grisolia alla ricerca di pepite d'oro. La stessa, narra che il territorio di Grisolia fosse strapieno di miniere d'oro.

mercoledì 17 aprile 2019

Tra storia e leggenda il frutto degli dei





Il frutto più bello


Le origini del cedro sono avvolte nel mistero di molte leggende, ma si ipotizza sia arrivato in Calabria dopo il 70 d.C. a seguito della distruzione di Gerusalemme da parte di Tito. Gli ebrei ellenizzati nel corso del loro esodo avrebbero portato in Italia la pianta del cedro, soprattutto, nelle città di Sibari e di Laos.

Questo frutto viene citato nell'Antico Testamento per ben settanta volte e denominato come "il frutto più bello" e come "il pomo proibito del Giardino dell'Eden", infatti, per la cultura ebraica questo agrume ha un significato molto importante.

Per questo motivo, gli ebrei, i quali furono allontanati dalla Calabria agli inizi del 1500, oggi, provenienti da ogni parte del mondo, si recano a Santa Maria del Cedro tra luglio e agosto per selezionare i frutti migliori da destinare al Sukkot, la festa delle Capanne o dei Tabernacoli, una delle festività più importanti per il popolo ebreo, celebrata per ricordare il periodo trascorso nel deserto durante il loro peregrinare verso Israele.

Un'antica tradizione ebraica afferma che fu Dio stesso a mostrare a Mosè, durante la migrazione verso la Terra Promessa, il cedro come una delle quattro piante da usare durante la celebrazione del Sukkot.

Da quel momento ogni anno nel mese di ottobre, per una settimana allestiscono delle capanne nei giardini o sui balconi vivendo all'aperto. Durante questi sette giorni a eccezione del sabato, portano nella mano destra il Lulàv, simbolo di Israele, che rappresenta la fertilità della terra.

domenica 14 aprile 2019

Marcellina erede della città di Laos






Sul colle Palecastro sono state rinvenute testimonianze dei resti della città greca di Laos. L'antica città di Laos che sorgeva sulla sponda sinistra del fiume Laos, equivale all'attuale Marcellina frazione di Santa Maria del Cedro.

Fondata dagli abitanti di Sibari, fuggiti dalla loro città nel 510 a.C. in seguito alla guerra contro Crotone. Si estende in una grande vallata tra il fiume Lao e Abatemarco; sede di diverse popolazioni ha un'importante storia  ponendo le radici nell'antichità greca.

Nel 1929 durante dei lavori stradali venne alla luce l'antico abitato che secondo lo storico romano Strabone, Laos era grande quanto Pompei. I reperti rinvenuti sono conservati  all'interno dell' Antiquarium di Scalea e nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.



Città di Laos Marcellina CS Parco Archeologico

 

Parco Archeologico di Laos

Situato in prossimità del colle di San Bartolo a Marcellina, la zona fu popolata sin dall'epoca preistorica, protostorica e nelle epoche successive. Probabilmente fondata dalla colonia di Sibari dopo la sua distruzione da parte di Crotone.

Il Parco di Laos è un sito di enorme valore storico e archeologico, dove sono visibili tracciati dell'area urbana, resti di case e di mura di cinta, inoltre, sono stati rinvenuti reperti importanti come una tomba a camera con corredo funerario comprendente dei vasi a figure rosse, oggetti in bronzo e metallo prezioso e un'armatura in bronzo lavorata in modo impeccabile  risalente al IV sec.; i resti sono custoditi nel Museo archeologico Nazionale di Reggio Calabria in una sala riservata alla città di Laos.

All'interno del Parco archeologico  si trova un Antiquarium dove è possibile osservare molti reperti scoperti durante gli scavi iniziati nel 1929.

fonte: archeocalabria


mercoledì 10 aprile 2019







Posizionata in collina Santa Maria del Cedro ha origini più moderne rispetto all'antica frazione di Marcellina, erede della città di Laos.

L'odierna Santa Maria del Cedro fu fondata nel XVII sec. dalla comunità di Abatemarco a seguito di un alluvione che distrusse il borgo. L'antico nucleo costituito dal Casale, un piccolo gruppo di case, appartenne al feudo dei Brancati di Napoli insieme alle località di Orsomarso, Grisolia e Marcellina fino all'unità d'Italia con il nome di Cipollina, che significa luogo al di qua della città del Pollino.

I campi sono coltivati a vite, ulivi e agrumi, in particolare gli abitanti del luogo si dedicano  alla coltura del cedro, in quanto il clima mediterraneo ne ha favorito la produzione con varietà molto pregiate e conosciute in tutto il mondo.

Di sicuro interesse i resti dell'abitato alto-medioevale con i ruderi dell'imponente castello Abatemarco; l'acquedotto normanno; la chiesetta di Sant'Andrea situata all'entrata della cittadina, i ruderi risalgono a una struttura basiliana o bizantina come attestano gli affreschi al suo interno; la chiesa Nostra Signora del Cedro; la chiesa dello Spirito Santo, situata nel centro storico, costruita negli anni '50 dal popolo. Dal 2014 custodisce una reliquia di San Giovanni Paolo II; la torre normanna; il Carcere delle Imprese.

Recentemente nel centro storico è stato girato un docu-film dove si racconta la storia della cittadina.


Torre Nocito
Santa Maria del Cedro CS torre Nocito



Le torri normanne

Sul territorio santamariota sono presenti i ruderi di tre torri di avvistamento: Torre Longa, Torre Nocito e Torre Sant'Andrea, in passato collegate tra di loro per scampare ai pericoli delle invasioni nemiche del periodo.

In località La Bruca esisteva un'altra torre, diversa dalle precedenti e costruita nel XVI sec. dal volere di Carlo V; con le altre torri costiere costituiva il sistema difensivo e di comunicazione lungo la costa del Regno di Napoli. Purtroppo, negli anni '60, questa torre è stata adattata a civile abitazione, privandola di tutta la bellezza e il  fascino di un'epoca antica.


Museo del Cedro
Palazzo Gabriele Marino Santa Maria del Cedro CS


Carcere delle Imprese

In località Impresa troviamo il Palazzo Gabriele Marino, una costruzione medioevale dedicata all'omonimo architetto che ne ha curato i lavori di restauro, i quali hanno subito un rallentamento per il ritrovamento di frammenti di ceramiche di epoca ellenistica e romana.

Il Palazzo nel XVI sec. era denominato "l'Impresa della Marchesa" o "Impresa Vecchia", dove si coltivava e produceva la cannamela dalla quale si estraeva lo zucchero. Il nome Carcere dell'Impresa risale ad epoche più recenti, dove contadini e detenuti erano obbligati a coltivare e produrre olio e vino.

Oggi è sede del Museo del Cedro, dell'Accademia Internazionale del Cedro fondata da Francesco Galiano nel 1999 per diffondere e promuovere la cultura e la storia del cedro nel mondo e del Museo de Re Rustica dedicato alle tradizioni contadine e alla cultura calabrese.



Castello San Michele Santa Maria del Cedro CS Castello Abatemarco



Castello Abatemarco

Meglio conosciuto come castello di San Michele, in quanto il nome deriverebbe dall'Abazia omonima; il feudo dell' Abatemarco nato intorno al castello fece sorgere la cittadina di Santa Maria del Cedro.

La rocca fu conquistata dai Normanni nel 1060 e con l'arrivo dei monaci Basiliani sorse l'Abazia, sede del loro ordine che passato dal Monachesimo Basiliano a Monachesimo Benedettino, diventò un importante collegamento con l'Abazia di Montecassino.

Il feudo includeva le Torri di guardia La Bruca, la Torre di Sant'Andrea e dell'Impresa per contrastare le invasioni nemiche.

Sede delle grandi famiglie del tempo, tra queste Arturo Pappacoda siniscalco di re Ladislao, al quale si deve la statua di legno d'ulivo di San Michele trovata nella chiesetta del castello, e proprio per questo motivo venne chiamato dagli abitanti Castello di San Michele.

All'inizio del XIX sec., periodo della guerra d'insurrezione calabrese, il castello fu bombardato dai francesi distruggendolo in gran parte, i superstiti fondarono nella zona più alta un altro borgo: l'attuale Santa Maria del Cedro.


fonte: archeo calabria, comune santa maria del cedro

domenica 7 aprile 2019

Chiesa di San Nicola in Plateis



Una imponente struttura dedicata a San Nicola di Platea, sovrasta la parte più bassa del centro storico di Scalea. L'abside della chiesa conserva i resti delle costruzioni gotiche, così come la parte inferiore della cripta dell'Addolorata che presenta delle colonne sostenendo delle volte a crociera. La cripta è dotata di statue e di un coro in legno del XVII sec., donazione del Principe di Scalea. All'entrata, inoltre, una lapide rappresenta il ricordo del filosofo Gregorio Caloprese.

giovedì 4 aprile 2019

Chiesa di Santa Maria d'Episcopio



Meglio conosciuta come chiesa della Madonna del Carmine, patrona della città di Scalea, di cui i festeggiamenti avvengono il 15 e il 16 luglio. La mattina del 16 durante una cerimonia solenne, il sindaco offre un cero votivo alla Madonna, dopodiché, la statua viene portata in processione lungo le strade della cittadina. A questa particolare processione, partecipano donne con in testa un singolare telaio di legno, addobbato per la festa e allestito per sostenere i ceri votivi.

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Posizionata in collina Santa Maria del Cedro ha origini più moderne rispetto all'antica frazione di Marcellina, erede ...

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